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Convegni e Seminari 2013
Riccardo Dalisi – Lezione alla rovescia

Giovedì 26 Settembre ore 10,00
Europauditorium - Palazzo dei Congressi

Per saperne di più su Riccardo Dalisi
www.riccardodalisi.com

Il maestro della tradizionale Lezione alla rovescia di Cersaie, che coinvolge centinaia di studenti degli Istituti Superiori, è il noto designer, architetto, artista Riccardo Dalisi. Sarà lo storico dell’Architettura Fulvio Irace, docente al Politecnico di Milano, a introdurre il maestro. Dalisi tenterà di rendere la lezione alla rovescia ancora più interattiva proponendo agli studenti un laboratorio esperienziale in diretta, al quale gli studenti saranno già preparati attraverso un lavoro preparatorio condotto dagli insegnanti e accedendo al materiale messo a disposizione dal noto designer in un’apposita pagina del sito di Cersaie.

Relatori

Riccardo Dalisi Leggi

Riccardo Dalisi

Nota biografica
Riccardo Dalisi nasce a Potenza nel 1931. Fino al 2007 ha ricoperto la cattedra di Progettazione presso la facoltà di Architettura dell’Università degli Studi Federico II di Napoli. Presso la stessa facoltà è stato direttore  e docente della Scuola di Specializzazione in Disegno Industriale.
Negli anni Settanta, assieme a Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea Branzi e altri, è stato tra i fondatori della Global Tools, contro-scuola di architettura e design che riuniva i gruppi e le persone che in Italia coprivano l'area più avanzata della cosiddetta “architettura radicale” intorno alle riviste “Casabella” e “Spazio e società”. Da sempre impegnato nel sociale (resta fondamentale l’esperienza del lavoro di quartiere con i bambini del Rione Traiano, con gli anziani della Casa del Popolo di Ponticelli negli anni ’70 e negli ultimi anni l’impegno con i giovani del Rione Sanità di Napoli), ha unito ricerca e didattica nel campo dell’architettura e del design accostandosi sempre più all’espressione artistica come via regia della sua vita.
Dal 1971 il suo lavoro di ricerca si concentra sul “design povero” attraverso un’iniziativa sperimentale con i bambini del Rione Traiano di Napoli: qui l’approfondimento, di forte valore sociale e politico, è strettamente legato alla manualità e alla partecipazione (esperienza confluita nel libro Architettura d’animazione del 1975 e nell’articolo del 1973 “La tecnica povera in rivolta”). La numerosissima produzione sperimentale (sedie, vassoi, vestiti, lumi ecc.) di tutti gli anni ’70 con i ragazzi di strada è stata presentata alla Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano e a Exempla di Monaco. Parte del lavoro è stato acquisito dalla collezione permanente del Frac Centre (Fond Régional d’Art Contemporain) di Orléans.
Dai primi anni ’80 in poi lavora costantemente con numerose ditte, soprattutto italiane e tedesche (ricordiamo Alessi, Zanotta, OLuce, Promemoria, Baleri Italia, Glas, Slamp, PlayLine, Henry Glass, Rosenthal, Ritzenhoff, WMF, Eschenbach, Flego Design, Mazzocca). Nel 1981 ottiene il “Compasso d’oro” per la ricerca sulla caffettiera napoletana (realizzata da Alessi nel 1987). Nel 1991 la lampada “Sister” prodotta da “OLuce” è selezionata per il “Compasso d’Oro”.
Nel 1989 espone in una personale al MOMA di New York, poi a Berlino e Düsseldorf. In molti importanti musei sono presenti suoi oggetti, dalle sedie ai vasi, alla caffettiera Alessi (Triennale di Milano, MoMa di New York, Museo di Denver, Museo delle Arti Decorative di Montreal, Museo di Copenaghen, Museo d’Arte Contemporanea di Salonicco, Frac Centre di Orléans). Oltre alle numerose mostre personali in Italia, in cui all’attività artistica si abbina una assidua ricerca sul design, è presente in molte mostre internazionali sul design italiano e partecipa ad esposizioni nei più diversi campi del disegno dell’oggetto, dal gioiello alle automobili; ricordiamo, tra le altre, la presenza alla Mostra sul design italiano di Amsterdam (1991), alla Triennale di Chicago (1996), alla mostra  “Un Art Populair” alla Fondazione Cartier di Parigi (2001), le personali a Sunden (1995), a Stoccolma (nel 1996 e 1998), a Monaco e Vienna (2003 e 2010) e a Berlino (2004).
Dal 1997 al 2002 come direttore dell’ISSDI organizza i corsi come “Semi di Laboratorio”,  una rete di partecipazione e scambio culturale tra persone e gruppi che con diversi approcci lavorano e ricercano nel campo del design. Ha dato poi lo stesso nome all’associazione culturale da lui fondata con lo stesso scopo nel 2003.  Nel 1998 la Fiat assegna al suo gruppo di ricerca il secondo premio europeo “Fiat Auto. European Competition Architecture & Mobility” per il progetto di un’auto (Ciabatta, con la realizzazione di un prototipo funzionante, ora presso il museo Fiat).
Un ulteriore importante riconoscimento internazionale è dimostrato dalla partecipazione alla mostra itinerante in Europa Architecture radicale (coordinata da Frédéric Migayrou, attuale direttore del settore architettura del Centre Pompidou) e alla mostra Italia-Giappone. Design come stile di vita (Yokohama, Kobe 2001).
La grande sfida di Dalisi è portare il design tra gli artigiani napoletani che lavorano i materiali poveri caratteristici delle sue opere; la prima tappa di quest’esperienza, culminata con l’allestimento permanente di Rua Catalana (1997), lo fa approdare alla scultura e alla pittura. La didattica va di pari passo con la sperimentazione; dopo l’esperienza dell’Università di strada, che ruotava proprio attorno alle botteghe di Rua Catalana, ha “inventato” il “design ultrapoverissimo” e, dal 2002 al 2004, ha condotto il corso libero “Progettazione e Compassione” al rione Sanità di Napoli rivolto ai suoi studenti e ai ragazzi del quartiere; oggi anima e guida l’“Università volante”, progetto di ricerca il cui obbiettivo è lo sviluppo della creatività individuale e collettiva nel superamento di ogni confine e argine e in cui ciò che va esplorato è lo spazio che intercorre tra le più diverse discipline con linguaggi  che uniscono il rigore al soffio poetico.
Si è anche occupato di arredo urbano (di design urbano) sperimentandolo a Napoli e in varie città italiane: ricordiamo, tra le altre, l’iniziativa di recupero e  rivitalizzazione dell’area di Rua Catalana a Napoli (1997-98), le installazioni in  Auvergne (Francia 1991), a Lamezia Terme (1995-2001), a Salerno (1996-2001), a Oliveto Citra (1990-2002) e ancora a  Napoli (le Garitte di Palazzo Reale, 1998; le lampade ai Quartieri Spagnoli, 2001; le sculture per la Metropolitana, 2002; le lampade teatrino a Santa Caterina da Siena 2009), a  Pomigliano d’Arco (La Rotonda, 2005).
Nel 2010 assieme ad Alessandro Guerriero ha dato vita, in collaborazione con la Triennale di Milano e la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, la prima edizione del Premio Compasso di latta, iniziativa per una nuova ricerca nel campo del design nel segno della solidarietà, della “creatività sociale” dell’ecocompatibilità e della decrescita. Da quest’esperienza è nata una prolifica sedie di oggetti di “design a compasso”.

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Fulvio Irace Leggi

Fulvio Irace

Architetto e Docente di Storia dell'Architettura Politecnico di Milano
Nota biografica
Fulvio Irace è Professore Ordinario di “Storia dell’Architettura” presso il Politecnico di Milano dove occupa la cattedra di Storia dell’Architettura Contemporanea presso la Facoltà di Architettura Civile e la Facoltà di Design, Visiting Professor presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio, membro del Collegio dei Docenti del corso di Dottorato in “Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica” del Politecnico di Torino.
Fa parte del Comitato Scientifico della Fondazione Vico Magistretti ed è nel board of trustees della Fondazione Piano.
Nel 2008-2009 è stato membro della giuria del Mies Van Der Rohe European Prize.
Dal 2005 al 2009 è stato membro del Comitato Scientifico della Triennale di Milano e curatore del settore Architettura e Territorio.
Tra i fondatori dell’associazione nazionale AAI ( Archivi di Architettura Italia) è tra i promotori della sezione “Architettura e Design” del CASVA ( Centro Alti Studi e Valorizzazione delle Arti) del Comune di Milano.
Redattore per l’architettura di “Domus” e “Abitare”, ha collaborato con le principali riviste di settore nazionali e internazionali, ricevendo nel 2005 il premio Inarch Bruno Zevi alla critica d’architettura. Dal 1986 è opinionista d’architettura per il supplemento domenicale de “Il Sole 24 Ore”.
Attento alle problematiche storiografiche dell'architettura italiana tra le due guerre, cui ha dedicato l'impegno di diverse mostre e libri, in tempi più recenti, il suo studio si è concentrato sull’architettura italiana contemporanea e sulla figura di Renzo Piano, oggetto di numerose monografie e di un’importante mostra alla Triennale di Milano.
Nel campo della critica e della metodologia storica è autore di: “Dimenticare Vitruvio”, 2001 e 2008; “Le città visibili: Renzo Piano” 2006; “Divina Proporzione”, 2007; “Gio Ponti.”, 2009.
Numerose le mostre di architettura da lui curate.

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