Markus Bader
STUDIO DI ARCHITETTURA SPERIMENTALE
C’era una volta una società convinta che il futuro avrebbe portato condizioni di vita migliori per tutti.
C’erano persone, pensatori utopici, che ragionavano sulle grandi problematiche della città. Oggi quel che rimane è una sensazione, in parte desiderio, in parte malinconia, ricordo di quegli architetti che volevano vivere in una società migliore e avevano sognato posti migliori. Ora quell’epoca è finita. È qui che inizia il nostro lavoro.
raumlaborberlin è un network, siamo un gruppo composto da 8 architetti qualificati, ci siamo associati e lavoriamo in una struttura collaborativa. Il nostro lavoro combina architettura, urbanistica, arte e intervento urbano. Ci occupiamo di rinnovamento della città e degli spazi urbani intesi come processo. Gli spazi urbani difficili ci attraggono. Quei luoghi che restano sospesi a metà tra sistemi, periodi storici o ideologie di pianificazione diverse, e che non riescono ad adattarsi. Luoghi abbandonati, marginalizzati o in transizione, che rivestono un’importanza particolare per i processi di trasformazione urbana. Questi luoghi sono i nostri laboratori di sperimentazione. Offrono del potenziale non ancora sfruttato, che noi cerchiamo di attivare. Così si aprono nuove prospettive per modalità d’uso alternative, ideali collettivi e diversità urbana.
Per i nostri progetti formiamo team ad hoc, coinvolgendo esperti di diverse discipline. A loro volta, anche i residenti sono degli specialisti. Nessuno conosce meglio le problematiche delle aree urbane di chi ha a che fare con quei luoghi quotidianamente. Per questo possiamo trarre informazioni preziose dalla storia, le paure, i desideri, i bisogni esistenziali, ma anche i difetti che esistono e formano come una rete invisibile che aleggia su ogni situazione spaziale. Incoraggiamo proficue collaborazioni tra i residenti e gli esperti esterni, così scopriamo nuove aree d’intervento, si aprono di fronte a noi nuovi ambiti di sperimentazione, in cui testiamo ed esaminiamo insieme le diverse possibilità che si presentano.
Noi la chiamiamo “progettazione basata sulla ricerca”. Ci impegniamo a trattare ogni luogo singolarmente, in un rapporto 1 a 1, sfruttando ciò che troviamo nelle condizioni del sito. Durante questo processo, impariamo di più sul sito di ricerca grazie alla progettazione attiva e troviamo nuovi metodi che si prestano a essere adottati per aggiornare quelli già esistenti. Noi non risolviamo i problemi, piuttosto lanciamo processi che permettono alle parti in causa di conoscere, comprendere e fruire la città e le sue dinamiche, e di cogliere le sue possibilità.
Un'architettura che rende possibile il connubio tra spazio ed esperienza individuale ci permette di scoprire nuove qualità e fa sì che nuove immagini della città si formino nelle menti dei suoi utenti. Nuove scelte e possibilità si stagliano all’orizzonte di luoghi o edifici, in cui nulla sembrava possibile prima, perché apparivano definiti, erano stati abbandonati o semplicemente dimenticati.
Esempi di questa pratica sono progetti come Der Berg (2005), un’installazione spaziale nell’ex Palazzo della Repubblica di Berlino; Eichbaumoper (2009), un laboratorio urbano per la riattivazione di un nodo di transito trascurato in uno spazio pubblico; Moderato Cantabile (2008), un centro fieristico a Graz, oppure ancora Open House (2010), un villaggio verticale costruito come generatore per una società aperta nella Corea del Sud; The KNOT (2010), un laboratorio di produzione artistica, confronto e presentazioni in uno spazio pubblico.
Considerata l’urbanistica a livello astratto, noi ci siamo specializzati nella pianificazione generale dinamica. Il nostro approccio principale consiste nell’attivazione degli spazi attraverso il loro uso. L’utilizzo poliedrico degli spazi pubblici è inteso come forza motrice per lo sviluppo di quartieri vivaci, contemporanei e versatili. Proviamo a inventare nuove applicazioni a misura di utente e coinvolgere i residenti il prima possibile durante i processi di trasformazione.
Tra i progetti urbanistici citiamo Kolorado Neustadt (2003-2006), scenari per una nuova diversità urbana a Halle-Neustadt, città in forte calo demografico; Rahmenplanung Dachauer Str. a Monaco (2009), o Aktivierende Stadtentwicklung Flughafen Tempelhof di Berlino (2007-2008) e la collaborazione per il concept di un IBA Berlin 2020 (2011).
raumlaborberlin lavora anche nel campo degli interventi urbani. Trasformiamo gli spazi urbani in qualcosa di completamente diverso, lontano da ogni aspettativa e immaginazione. Trasferiamo racconti programmatici negli spazi urbani, installiamo nuove atmosfere e creiamo una sensazione di nuovo potenziale. Grazie alla collaborazione tra residenti e esperti di diverse discipline creative, è possibile scoprire nuovi campi d’azione, che sperimentiamo e proiettiamo verso il futuro.
Esempi di questo approccio sono il Kitchenmonument (dal 2006), un monumento mobile e flessibile che promuove la creazione di comunità temporanee a Duisburg, Liverpool, Varsavia, Monaco, Berlino o Eindhoven; il progetto Hotel Neustadt (2003), un festival teatrale a Halle/Saale; e ancora Eichbaumoper (2009), un maestoso teatro dell’opera sorto in uno spazio pubblico degradato nei pressi dell’autostrada A40 tra Mülheim e Essen.
L’architettura è un laboratorio sperimentale, che per un momento si lega al lavoro partecipativo nelle aree urbane. L’architettura non è intesa come oggetto, quanto piuttosto come storia, un capitolo della storia di un certo luogo. Siamo architetti e artisti, ma ci sentiamo anche attivisti, perché operiamo all’interno della città. L’architettura è uno strumento prestato alla ricerca di una città ricca di possibilità, la città del futuro!
chiudi