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Convegni e Seminari 2015
Reinventing the city

Giovedì 01 Ottobre ore 10,00
Galleria dell'Architettura - Gall. 21/22

Con Markus Bader - RaumLabor Berlin e Fulvio Irace

 

 

Relatori

Markus Bader Leggi

Markus Bader

Architetto

STUDIO DI ARCHITETTURA SPERIMENTALE

C’era una volta una società convinta che il futuro avrebbe portato condizioni di vita migliori per tutti.
C’erano persone, pensatori utopici, che ragionavano sulle grandi problematiche della città. Oggi quel che rimane è una sensazione, in parte desiderio, in parte malinconia, ricordo di quegli architetti che volevano vivere in una società migliore e avevano sognato posti migliori. Ora quell’epoca è finita. È qui che inizia il nostro lavoro.
raumlaborberlin è un network, siamo un gruppo composto da 8 architetti qualificati, ci siamo associati e lavoriamo in una struttura collaborativa. Il nostro lavoro combina architettura, urbanistica, arte e intervento urbano. Ci occupiamo di rinnovamento della città e degli spazi urbani intesi come processo. Gli spazi urbani difficili ci attraggono. Quei luoghi che restano sospesi a metà tra sistemi, periodi storici o ideologie di pianificazione diverse, e che non riescono ad adattarsi. Luoghi abbandonati, marginalizzati o in transizione, che rivestono un’importanza particolare per i processi di trasformazione urbana. Questi luoghi sono i nostri laboratori di sperimentazione. Offrono del potenziale non ancora sfruttato, che noi cerchiamo di attivare. Così si aprono nuove prospettive per modalità d’uso alternative, ideali collettivi e diversità urbana.
Per i nostri progetti formiamo team ad hoc, coinvolgendo esperti di diverse discipline. A loro volta, anche i residenti sono degli specialisti. Nessuno conosce meglio le problematiche delle aree urbane di chi ha a che fare con quei luoghi quotidianamente. Per questo possiamo trarre informazioni preziose dalla storia, le paure, i desideri, i bisogni esistenziali, ma anche i difetti che esistono e formano come una rete invisibile che aleggia su ogni situazione spaziale. Incoraggiamo proficue collaborazioni tra i residenti e gli esperti esterni, così scopriamo nuove aree d’intervento, si aprono di fronte a noi nuovi ambiti di sperimentazione, in cui testiamo ed esaminiamo insieme le diverse possibilità che si presentano.
Noi la chiamiamo “progettazione basata sulla ricerca”. Ci impegniamo a trattare ogni luogo singolarmente, in un rapporto 1 a 1, sfruttando ciò che troviamo nelle condizioni del sito. Durante questo processo, impariamo di più sul sito di ricerca grazie alla progettazione attiva e troviamo nuovi metodi che si prestano a essere adottati per aggiornare quelli già esistenti. Noi non risolviamo i problemi, piuttosto lanciamo processi che permettono alle parti in causa di conoscere, comprendere e fruire la città e le sue dinamiche, e di cogliere le sue possibilità.
Un'architettura che rende possibile il connubio tra spazio ed esperienza individuale ci permette di scoprire nuove qualità e fa sì che nuove immagini della città si formino nelle menti dei suoi utenti. Nuove scelte e possibilità si stagliano all’orizzonte di luoghi o edifici, in cui nulla sembrava possibile prima, perché apparivano definiti, erano stati abbandonati o semplicemente dimenticati.
Esempi di questa pratica sono progetti come Der Berg (2005), un’installazione spaziale nell’ex Palazzo della Repubblica di Berlino; Eichbaumoper (2009), un laboratorio urbano per la riattivazione di un nodo di transito trascurato in uno spazio pubblico; Moderato Cantabile (2008), un centro fieristico a Graz, oppure ancora Open House (2010), un villaggio verticale costruito come generatore per una società aperta nella Corea del Sud; The KNOT (2010), un laboratorio di produzione artistica, confronto e presentazioni in uno spazio pubblico.
Considerata l’urbanistica a livello astratto, noi ci siamo specializzati nella pianificazione generale dinamica. Il nostro approccio principale consiste nell’attivazione degli spazi attraverso il loro uso. L’utilizzo poliedrico degli spazi pubblici è inteso come forza motrice per lo sviluppo di quartieri vivaci, contemporanei e versatili. Proviamo a inventare nuove applicazioni a misura di utente e coinvolgere i residenti il prima possibile durante i processi di trasformazione.
Tra i progetti urbanistici citiamo Kolorado Neustadt (2003-2006), scenari per una nuova diversità urbana a Halle-Neustadt, città in forte calo demografico; Rahmenplanung Dachauer Str. a Monaco (2009), o Aktivierende Stadtentwicklung Flughafen Tempelhof di Berlino (2007-2008) e la collaborazione per il concept di un IBA Berlin 2020 (2011).

raumlaborberlin lavora anche nel campo degli interventi urbani. Trasformiamo gli spazi urbani in qualcosa di completamente diverso, lontano da ogni aspettativa e immaginazione. Trasferiamo racconti programmatici negli spazi urbani, installiamo nuove atmosfere e creiamo una sensazione di nuovo potenziale. Grazie alla collaborazione tra residenti e esperti di diverse discipline creative, è possibile scoprire nuovi campi d’azione, che sperimentiamo e proiettiamo verso il futuro.
Esempi di questo approccio sono il Kitchenmonument (dal 2006), un monumento mobile e flessibile che promuove la creazione di comunità temporanee a Duisburg, Liverpool, Varsavia, Monaco, Berlino o Eindhoven; il progetto Hotel Neustadt (2003), un festival teatrale a Halle/Saale; e ancora Eichbaumoper (2009), un maestoso teatro dell’opera sorto in uno spazio pubblico degradato nei pressi dell’autostrada A40 tra Mülheim e Essen.
L’architettura è un laboratorio sperimentale, che per un momento si lega al lavoro partecipativo nelle aree urbane. L’architettura non è intesa come oggetto, quanto piuttosto come storia, un capitolo della storia di un certo luogo. Siamo architetti e artisti, ma ci sentiamo anche attivisti, perché operiamo all’interno della città. L’architettura è uno strumento prestato alla ricerca di una città ricca di possibilità, la città del futuro!


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Arturo Franco

Architetto
Nota biografica
La Coruña 1972. Si laurea in architettura presso la Escuela Politécnica di Madrid (ETSAM) nel 1998, ottenendo il massimo dei voti. Da allora concilia con lo stesso impegno la critica architettonica, l’insegnamento, la ricerca e l’esercizio professionale. È stato per più di dieci anni critico di architettura del quotidiano ABC, occupandosi allo stesso tempo dell’analisi del panorama dell’architettura contemporanea per diverse pubblicazioni nazionali e internazionali, oltre ad aver diretto programmi radiofonici, dibattiti, congressi e seminari relativi all’attualità e al futuro della professione. Dal 2008 dirige la rivista del Collegio Ufficiale degli Architetti di Madrid, pubblicazione con novant’anni di storia, dando il via alla fase Fundamentos. Attualmente è professore associato del dipartimento di composizione architettonica presso la Escuela Politécnica di Madrid e professore ospite alla Universidad Pontificia di Salamanca. Ha tenuto lezioni e conferenze sulle sue opere in città spagnole come Madrid, Toledo, La Coruña, Logroño, Alicante, Barcellona, Valencia o estere, come Parigi, Lisbona, Bruxelles, Quito, Santiago de los Caballeros, Santo Domingo, Funchal o Buenos Aires. Il suo lavoro come architetto è stato riconosciuto con il primo premio da parte del Comune di Madrid, il Collegio degli Architetti di Madrid e della Galizia, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, o come finalista nell’ambito dei premi Piedra Natural, Arquia, FAD, ENOR, Saloni, o i Swiss Architecture Awards. Le sue opere più significative, tra le quali figurano i diversi interventi realizzati nel Matadero di Madrid, ex mattatoio, gli hanno permesso di essere selezionato tra i giovani architetti spagnoli di maggior successo da parte del quotidiano El País, la Fundación Caja de Arquitectos, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (JAE), Architectural Digest o 2G, così come nella selezione dei venticinque architetti internazionali con meno di cinquant’anni da parte dell’università svizzera di Mendrisio. Il suo lavoro è stato ampliamente pubblicato all’interno di riviste riconosciute a livello internazionale quali Domus, Arquitectura Ibérica, Diseño Interior, Detail, 2G, Arquitectura Viva, Architectural Digest, A+T, Tectónica, China Architecture and Design, Bauwelt o Wallpaper, per citarne alcune.

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Fulvio Irace Leggi

Fulvio Irace

Architetto e Docente di Storia dell'Architettura Politecnico di Milano
Nota biografica
Fulvio Irace è Professore Ordinario di “Storia dell’Architettura” presso il Politecnico di Milano dove occupa la cattedra di Storia dell’Architettura Contemporanea presso la Facoltà di Architettura Civile e la Facoltà di Design, Visiting Professor presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio, membro del Collegio dei Docenti del corso di Dottorato in “Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica” del Politecnico di Torino.
Fa parte del Comitato Scientifico della Fondazione Vico Magistretti ed è nel board of trustees della Fondazione Piano.
Nel 2008-2009 è stato membro della giuria del Mies Van Der Rohe European Prize.
Dal 2005 al 2009 è stato membro del Comitato Scientifico della Triennale di Milano e curatore del settore Architettura e Territorio.
Tra i fondatori dell’associazione nazionale AAI ( Archivi di Architettura Italia) è tra i promotori della sezione “Architettura e Design” del CASVA ( Centro Alti Studi e Valorizzazione delle Arti) del Comune di Milano.
Redattore per l’architettura di “Domus” e “Abitare”, ha collaborato con le principali riviste di settore nazionali e internazionali, ricevendo nel 2005 il premio Inarch Bruno Zevi alla critica d’architettura. Dal 1986 è opinionista d’architettura per il supplemento domenicale de “Il Sole 24 Ore”.
Attento alle problematiche storiografiche dell'architettura italiana tra le due guerre, cui ha dedicato l'impegno di diverse mostre e libri, in tempi più recenti, il suo studio si è concentrato sull’architettura italiana contemporanea e sulla figura di Renzo Piano, oggetto di numerose monografie e di un’importante mostra alla Triennale di Milano.
Nel campo della critica e della metodologia storica è autore di: “Dimenticare Vitruvio”, 2001 e 2008; “Le città visibili: Renzo Piano” 2006; “Divina Proporzione”, 2007; “Gio Ponti.”, 2009.
Numerose le mostre di architettura da lui curate.

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Crediti formativi

Per le conferenze del programma Costruire Abitare Pensare sono stati richiesti i crediti formativi professionali (CFP) al CNAPPC e verranno riconosciuti crediti formativi ai soci ADI.

In collaborazione con ProviaggiArchitettura

Video del Convegno

Video interviste

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Fulvio Irace
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