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Convegni e Seminari 2019
"Profezia verde" - "Nascitura"

Giovedì 26 Settembre ore 16,00
Galleria dell'Architettura - Gall. 21/22

Relatori

Emilio Ambasz Leggi

Emilio Ambasz

Architetto

Nota biografica
Emilio Ambasz, nato in Argentina nel 1943 e cittadino spagnolo per Decreto Reale, ha studiato alla Princeton University. Conseguita la laurea di primo livello in un solo anno, l’anno successivo ha ottenuto la laurea magistrale in architettura presso il medesimo istituto. È stato curatore del dipartimento di design al Museum of Modern Art di New York (1969-1976), dove ha diretto e installato numerose influenti mostre di architettura e disegno industriale fra le quali “Italy: The New Domestic Landscape”, nel 1972, “The Architecture of Luis Barragán”, nel 1974, e “The Taxi Project” nel 1976. È stato per due mandati presidente della Architectural League (1981-1985). È stato professore alla scuola di architettura della Princeton University, visiting professor alla Hochschule für Gestaltung di Ulm, Germania, e ha tenuto corsi in molte importanti università americane.
Fra i numerosi progetti di grande prestigio sono il Mycal Cultural Center in Giappone, il Museum of American Folk Art di New York e l’innovativa struttura delle serre per il San Antonio Botanical Center, Texas, inaugurata nel 1988. Fra i progetti premiati: il Grand Rapids Art Museum, Michigan, vincitore del Progressive Architecture Award nel 1976, e una casa per una coppia a Siviglia, Spagna, insignita del Progressive Architecture Award nel 1980; per le serre del San Antonio Botanical Center in Texas Ambasz ha ricevuto il Progressive Architecture Award nel 1985, il National Glass Association Award for Excellence in Commercial Design nel 1988 e, nel 1990, il prestigioso Quaternario Award per l’eccellenza tecnologica.
La sua Banque Bruxelles Lambert di Losanna, di cui ha realizzato gli interni, ha ottenuto nel 1983 l’Annual Interior Award e una menzione speciale della giuria. Sono stati realizzati, inoltre, il progetto per la sede milanese della stessa banca, e quello per la sede di New York, presso il Rockefeller Center. Ambasz ha vinto il primo premio e la medaglia d’oro nel concorso a inviti per la progettazione del Piano generale dell’Esposizione Universale del 1992, svoltasi a Siviglia, Spagna, a celebrazione del quinto centenario della scoperta dell’America. Nel 1986 lo stesso progetto ha ricevuto anche l’Architectural Projects Award dell’American Institute of Architects di New York.
La sede direzionale progettata per la Financial Guaranty Insurance Company di New York ha vinto nel 1987 il Grand Prize dell’International Interior Design Award britannico e, nel 1986, l’IDEA Award dell’Industrial Designers Society of America (IDSA). Sempre nel 1986 è stato conferito ad Ambasz il primo premio nel concorso a inviti per il Piano ubanistico dell’Eschenheimer Tower di Francoforte, Germania. La rivista “Progressive Architecture” nel 1987 e l’American Institute of Architects di New York, in occasione dell’Architectural Projects Award del 1986, hanno encomiato il progetto del Mercedes Benz Showroom.
Emilio Ambasz ha rappresentato l’America alla Biennale di Venezia del 1976. Al suo lavoro sono state dedicate numerose pubblicazioni internazionali e mostre in musei e gallerie d’arte, in particolare la Leo Castelli Gallery, la Corcoran Gallery, il Museum of Modern Art di New York e l’Art Institute di Philadelphia e di Chicago. Nell’autunno del 1983 si è tenuta a Milano la mostra dal titolo “Emilio Ambasz: dieci anni di architettura, grafica e design”, in seguito allestita a Madrid nel maggio 1984 e a Zurigo nell’autunno dello stesso anno.
La Axis Design and Architecture Gallery di Tokyo gli ha dedicato una mostra personale nell’aprile del 1985. Lo stesso hanno fatto nel 1986 l’Institute of Contemporary Art di Ginevra “Halle Sud” e, nel 1987, la galleria “Arc-en-Ciel” del Centre d’Art Contemporain di Bordeaux.
Nel 1989 presso il Museum of Modern Art di New York si è tenuta una retrospettiva dedicata ai suoi progetti di architettura, intitolata “Emilio Ambasz: Architecture”; una seconda mostra itinerante, “Emilio Ambasz: Architecture, Exhibition, Industrial and Graphic Design”, è stata inaugurata nel giugno del 1989 al San Diego Museum of Contemporary Art, per passare successivamente al Musée des Arts Décoratifs di Montreal, all’Akron Art Museum, Ohio, all’Art Institute of Chicago, Illinois, al Laumeier Sculpture Park di St. Louis e ad altre sedi. Un’altra retrospettiva sulla sua opera completa ha avuto luogo nel 1993 alla Station Gallery di Tokyo, nel 1994 al Centro Cultural de Arte Contemporaneo di Città del Messico e in altre sedi sudamericane ed europee.
Riviste internazionali di grande prestigio, tra cui “Domus”, “ON”, “Space and Design”, “Architectural Record” e “Architecture plus Urbanism” hanno dedicato numeri speciali alla sua opera architettonica. Nel 1989 la Rizzoli International Publications ha pubblicato una monografia sul suo lavoro in occasione della mostra dedicatagli dal Museum of Modern Art. La stessa casa editrice ha stampato nel 1993 una seconda monografia che presenta le sue opere complete.
Emilio Ambasz è anche titolare di numerosi brevetti per progetti di design industriale e meccanico. Dal 1980 è Chief Design Consultant della Cummins Engine Co., azienda riconosciuta internazionalmente per il sapiente sostegno all’architettura e al design. Gli sono stati assegnati numerosi premi di disegno industriale, fra i quali il Gold Prize, conferitogli dalla IBD (USA) nel 1977 per la co-progettazione del sistema di sedute Vertebra, il premio SMAU (Italia) nel 1979 e l’ambito Compasso d’Oro (Italia) nel 1981. Ha vinto nuovamente il Compasso d’Oro nel 1991 per il nuovo sistema di sedute Qualis.
La poltrona Vertebra è stata inclusa nelle collezioni di design del Museum of Modern Art e del Metropolitan Museum of Art di New York. Il Museum of Modern Art di New York ha selezionato per la propria collezione di design anche il poster tridimensionale per la Geigy Graphics del 1967 e la torcia Flashlight, progetto citato anche per il Compasso d’Oro (Italia) nel 1987 e per l’IDSA nel 1987. Il progetto N14 Diesel Engine per la Cummins ha vinto nel 1985 l’Annual Design Review della rivista “Industrial Design”. La stessa pubblicazione ha conferito il medesimo premio ad Ambasz nel 1980 per il sistema di faretti Logotec (premiato anche nel 1980 con l’IDSA Design Excellence Award), nel 1983 per il sistema di faretti Oseris e nel 1986 per Escargot, filtro per l’aria disegnato per la Fleetguard Incorporated.
Nel 1987 l’Industrial Designers Society of America (ISDA) ha assegnato il massimo premio per l’Industrial Design Excellence al sistema di illuminazione modulare Soffio. Nel 1988 la stessa istituzione gli ha conferito il medesimo premio e, nel 1989, il set di acquerelli Aquacolor ha vinto l’ID Designer’s Choice Award per l’eccellenza e l’innovatività del design. Nel 1992 l’ISDA ha nuovamente premiato Emilio Ambasz con il massimo riconoscimento per il progetto innovativo del televisore Handkerchief e gli ha assegnato altri premi per lo spazzolino da denti Sunstar e per il Soft Notebook. Nel 2000 l’IDSA/Business Week GOLD AWARD for Design Excellence ha premiato Emilio Ambasz per Saturno, innovativo sistema di illuminazione stradale. La decima Biennale di Industrial Design (BIO 10, Lubiana, 1984) gli ha conferito il premio speciale della giuria per “i numerosi contributi al campo del design”.
Nel 1997 Ambasz ha ricevuto il premio Vitruvius del Museo Nacional de Bellas Artes (Argentina) per la qualità innovativa della sua opera. Recentemente il Mycal Cultural Center di Shin-Sanda, costruito in prossimità dell’epicentro del terremoto che ha devastato Kobe, ha ricevuto dal Ministero giapponese dei Lavori Pubblici un premio speciale per l’alta qualità costruttiva e l’integrità strutturale, che gli hanno permesso di superare con eccellenti prestazioni lo sconvolgente evento naturale. Quest’edificio, il Mycal Cultural Center di Shin-Sanda, ha ricevuto il Saflex Design Award per l’anno 2000. Nel 1999 il progetto di Ambasz per il motore Signature 600 della Cummins è stato premiato per l’eccellenza del design dalla Industrial Designers Society of America/ Business Week e nel 2000 l’architetto ha ricevuto dallo stesso gruppo il Gold Award per il sistema di illuminazione urbana Saturno. Nel medesimo anno è stato conferito ad Ambasz il prestigiosissimo American Institute of Architects’ Business Week/Architectural Record Award per il progetto del Fukuoka Prefectural International Hall di Fukuoka, Giappone. Lo stesso progetto ha ricevuto nel 2001 il primo premio per l’architettura ambientale dal Japanese Institute of Architects.
Nel 2002 le Monument Towers a Phoenix, Arizona, hanno meritato l’American Architectural Award, con l’appoggio di The Chicago Athenaeum. Nel 2001 Ambasz ha ricevuto l’ambito Compasso d’Oro assegnatogli, caso unico finora, per la terza volta, per il progetto Saturno. Nel 2003 ha ricevuto il Gold Award per la seduta Stacker, progetto patrocinato dall’International Forum for Design.
È autore di numerose pubblicazioni sull’architettura e il design. Le più recenti opere sul suo lavoro sono: Natural Architecture, Artificial Design, pubblicato nel 2001 da Electa in quattro successive riedizioni; Emilio Ambasz – A Technological Arcadia, con saggi di Fulvio Irace e presentazione di Paolo Portoghesi, edita da Skira nel 2004; Emilio Ambasz. Casa de Retiro Espiritual con fotografie di Michele Alassio e un saggio di Peter Buchanan, pubblicato in occasione della mostra dedicata al progetto della Casa de Retiro Espiritual al Museum of Modern Art di New York nel 2005. Nel 2007 ha ricevuto la prestigiosa Medalla Manuel Tolsá per il contributo significativo e l’arricchimento nel campo dell’architettura, assegnata dalla Universidad Nacional Autónoma de México. Nel maggio dello stesso anno l’American Institute of Architects gli ha assegnato una Honorary Fellowship come riconoscimento dei prestigiosi risultati ottenuti nella professione di architetto. È anche Honorary International Fellow del Royal Institute of British Architects. Il suo lavoro è comparso tra quello degli architetti che utilizzano il paesaggio per ampliare il concetto di architettura nella mostra “In Situ: Architecture and Landscape”, al Museum of Modern Art di New York. Nel 2014 è stato il solo assegnatario della Medaglia delle Scienze dell’Istituto Studi Avanzati dell’Università di Bologna.
Nel marzo 2010 ha tenuto una mostra del suo lavoro al Grimaldi Forum, in occasione della quale Skira ha pubblicato un’edizione speciale aggiornata di Emilio Ambasz – A Technological Arcadia di Fulvio Irace e Paolo Portoghesi. Nell’inverno 2011 il suo lavoro di architettura e design è stato oggetto di una mostra personale a Madrid presso il Museo Nacional Centro de Arte Contemporanea Reina Sofía, una grande retrospettiva di tutto il suo lavoro, la prima di un architetto vivente. Nel 2013 il Governo italiano ha riconosciuto i suoi innumerevoli contributi alla cultura del Paese assegnandogli il “Gran Premio Madre Terra”.
Ambasz ha progettato il nuovo Museo de las Artes Arquitectonicas y del Diseño, un edificio di 5000 metri quadrati che sorgerà nel cuore di Madrid, sul Paseo del Prado 30, di fronte al Museo Nacional del Prado. La demolizione dell’edificio preesistente avrà inizio nel dicembre 2017 e l’apertura del nuovo museo è prevista entro la fine del 2020.


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Attilio Stocchi Leggi

Attilio Stocchi

Architetto

Nota biografica
Si è laureato nel 1991 al Politecnico di Milano, con Vittoriano Viganò Vive e lavora a Milano.
La sua attività progettuale - dagli spazi aperti alle metamorfosi di monumenti, dai luoghi per l’arte ai sistemi ambientali, dagli allestimenti alle installazioni - traccia un percorso di ricerca sperimentale in cui la parola e l’ombra sono frammenti nel processo di costruzione dell’architettura.
Tra i numerosi spazi aperti realizzati si ricorda Aurea (2001), piazza Mario Codussi a Lenna, (Bg) (Abitare, 400, novembre 2000); Palinsesto (2002), piazza Angelo Maj a Schilpario (Bg), (Abitare, 440, giugno 2004); Polla (2005), piazza Libertà a Spirano (Bg), (Abitare, 465, ottobre 2006); Galaverna (2005), piazza Castello a Castel Rozzone (Bg), (Abitare, 465, ottobre 2006); Viridis (2006), piazza San Fermo ad Almè (Bg), (Abitare, 474, luglio-agosto 2007), insignito della Menzione d’Onore - Spazi e Infrastrutture Pubbliche nel 2009 - in la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana
Ha ideato e curato - tra i progetti di metamorfosi di monumenti – Lucegugliavoce (2007), rappresentazione che ha fatto dialogare le statue poste sulle guglie del Duomo di Milano, trasformando la cattedrale in un teatro all’aperto (Domus, 909, dicembre 2007; Abitare, 474, luglio-agosto 2007); Librocielo per Il Salone del Mobile (2012), un evento-percorso animato dalla “voce” dei libri all’interno della Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana - menzione d’onore Allestimenti in Medaglia d’oro Triennale 2015 -.
Tra gli interni ha progettato Trafitta (2002), Loft in Ciserano (Bg), (Abitare, 418, giugno 2002; Loft, Federico Motta Editore, 2003); Iride a Milano, (Abitare, 474, luglio-agosto 2007). Tra i parchi si menziona ParcoLumen (2011), a Lumezzane (Bs), al quale è stato conferito la menzione d’onore - Parchi e Giardini 2012 - all’interno della Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana
Ha costruito numerosi luoghi dell’arte e sistemi ambientali tra i quali Vortice (2013), nuovo e scenografico belvedere sulle sponde dell’Adda, Vaprio d’Adda (Mi), (Domus, 974, novembre 2013); PadiglioneLumen (2011), edificio a Lumezzane (Bs); Bulbo (2008), galleria d’arte, poliedro “ipogeometrico” nel centro storico di Milano che ha ricevuto il Premio Vergilius d’Oro, Electa, nel 2008 e la Menzione d’Onore - Cultura/Tempo Libero 2009 - in la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana, (Domus, 917, settembre 2008); Cuorebosco (2011), installazione che ha “creato” un bosco di nebbia, luce e suoni in piazza San Fedele, Milano; Interiora (2014), scultura sonora alla Rocca d’Olgisio (Pc).
Tra gli allestimenti e le installazioni si ricorda la ideazione e realizzazione di 7011, una mostra su Gio Ponti, la Torre del Parco e altri esagoni pontiani, incentrata sulla metamorfosi di un cristallo (1997), all’interno del Salone delle cerimonie del Palazzo dell’Arte, (Abitare, 367, novembre 1997; Allestimenti museali, Federico Motta, Editore, 2003); Fluxum (2004), presso il Palazzo Reale a Milano, Attesa (2010), per il Padiglione Italia della XXII Biennale di Architettura di Venezia; Seme (2013), una scultura per l’apertura del nuovo flagship store di Foscarini a Milano; Stadia (2015) per la mostra “EX_PO. Milano e la sua distanza” presso la Triennale di Milano, (Domus, 988, febbraio 2015).
Ha ideato e progettato l’evento inaugurale del Salone Internazionale del Mobile 2015: “Favilla. Ogni luce una voce”.
Ha progettato nel 2016 per la XXI Triennale, il Padiglione Milano – Vermiglia – e il Padiglione della Soprintendenza – Umbracula -.
Per Museocity Milano ha realizzato nel 2017 “Muse”, evento installazione all’interno della Sala delle Cariatidi a Palazzo Reale.
Ha progettato la Collina di Ermes a Palazzo Citterio a Milano (Domus, 1027, settembre 2018).
Attualmente è in corso il grande progetto di riqualificazione dell’anfiteatro romano di Milano, con e per la Soprintendente di Milano arch. Antonella Ranaldi PAN. Amphitheatrum Naturae.
Durante questa attività di sperimentazione ha collaborato con vari artisti tra cui musicisti (Luciano Berio), pittori (Mimmo Paladino), scultori (Iginio Balderi) e sceneggiatori (Tonino Guerra).


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Fulvio Irace Leggi

Fulvio Irace

Architetto e Docente di Storia dell'Architettura Politecnico di Milano
Nota biografica
Fulvio Irace è Professore Ordinario di “Storia dell’Architettura” presso il Politecnico di Milano dove occupa la cattedra di Storia dell’Architettura Contemporanea presso la Facoltà di Architettura Civile e la Facoltà di Design, Visiting Professor presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio, membro del Collegio dei Docenti del corso di Dottorato in “Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica” del Politecnico di Torino.
Fa parte del Comitato Scientifico della Fondazione Vico Magistretti ed è nel board of trustees della Fondazione Piano.
Nel 2008-2009 è stato membro della giuria del Mies Van Der Rohe European Prize.
Dal 2005 al 2009 è stato membro del Comitato Scientifico della Triennale di Milano e curatore del settore Architettura e Territorio.
Tra i fondatori dell’associazione nazionale AAI ( Archivi di Architettura Italia) è tra i promotori della sezione “Architettura e Design” del CASVA ( Centro Alti Studi e Valorizzazione delle Arti) del Comune di Milano.
Redattore per l’architettura di “Domus” e “Abitare”, ha collaborato con le principali riviste di settore nazionali e internazionali, ricevendo nel 2005 il premio Inarch Bruno Zevi alla critica d’architettura. Dal 1986 è opinionista d’architettura per il supplemento domenicale de “Il Sole 24 Ore”.
Attento alle problematiche storiografiche dell'architettura italiana tra le due guerre, cui ha dedicato l'impegno di diverse mostre e libri, in tempi più recenti, il suo studio si è concentrato sull’architettura italiana contemporanea e sulla figura di Renzo Piano, oggetto di numerose monografie e di un’importante mostra alla Triennale di Milano.
Nel campo della critica e della metodologia storica è autore di: “Dimenticare Vitruvio”, 2001 e 2008; “Le città visibili: Renzo Piano” 2006; “Divina Proporzione”, 2007; “Gio Ponti.”, 2009.
Numerose le mostre di architettura da lui curate.

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Crediti formativi

la partecipazione a questa conferenza dà diritto a 2 cfp
in collaborazione con proviaggiarchitettura 

Video del Convegno